TAMBURELLO
il riscatto dei piccoli centri

Migliaia di lombardi praticano uno sport antico.
Paesi e frazioni in testa alla serie A

Le province di Bergamo, Brescia e Mantova hanno fatto la storia di questa disciplina che risale al X secolo

Bergamo, Brescia e, soprattutto, Mantova. È alta la diffusione del tamburello in Lombardia e molti paesi di queste province ne hanno fatto la storia. Già, perché la storia ultracentenaria del tamburello si identifica con piccoli paesi o talvolta con piccole frazioni. "È sempre stato uno sport popolare - dice Enzo Cartapati, presidente regionale della Lombardia per la Federtamburello -. È diffuso nei piccoli centri". Infatti, Castellaro di Monzambano, Medole e Cavriana nel Mantovano, Borgosatollo a Brescia, Castelli Calepio e San Paolo d'Argon vicino a Bergamo sono realtà del massimo campionato italiano. Solferino (Mn), più nota per la battaglia risorgimentale che per la squadra di tamburello, è anch'essa iscritta alla serie A.

CAMPIONI Gabriele Cunegato e Alberto Crosato del Castellaro esultano dopo un punto

Le origini di questa disciplina sono antiche risalgono alle civiltà preclassiche. Un gioco codificato assai simile al tamburello è presente nel "Cronicum Salernitanum" del X secolo. Nel "Trattato del giuoco con la palla", scritto da Antonio Scaino da Salò in epoca rinascimentale sono citati il bracciale, la pallacorda e la palla con lo scanno.

Quest' ultimo è il più diretto antenato del tamburello che, in Lombardia, è praticato da migliaia di persone. Riconosciuta nel 1890 dalla Federazione ginnastica d'Italia, l'ente che prima del Coni gestiva lo sport in Italia, la Federtamburello ha assegnato il suo primo scudetto alla società genovese Nicolò Barabino, nel 1898.

Da allora, in modo particolare dopo il secondo conflitto mondiale, sono state spesso le società lombarde a dominare i campionati nazionali. Non è un caso, quindi, che 7 delle 14 squadre impegnate nella serie A del 2002 appartengano alla Lombardia, come 16 (su 35) delle partecipanti ai tre gironi di serie B. Eccettuate alcune realtà del Piemonte (gli astigiani del Callianetto sono in testa nel campionato di serie A) del Veneto e del Trentino le squadre lombarde sono le più forti La squadra e il campo di Castellaro di Monzambano, capace di ospitare anche un migliaio di spettatori, stanno al tamburello come Inter, Milan e lo stadio Meazza stanno al calcio. Lì si svolgono anche i confronti tra le nazionali italiana e francese, l' unica in grado di contrastare finora invano il dominio azzurro. Un dominio confermato anche a livello di clubs. I campioni d'Italia in carica i bresciani del Borgosatollo, si sono confermati campioni d'Europa anche per il 2002. Non mancano i risultati, certo. Ma neanche i problemi comuni ad ogni sport erroneamente definito minore che si rispetti. <<GIi atleti - dice Cartapati - sono quasi tutti dilettanti e dunque si dedicano a questo sport nel tempo libero. Pur essendo uno disciplina che si svolge con pochi mezzi ha le sue spese. Per fare un campionato ad alti livelli ci vogliono 100 mila euro l'anno.

 

ARTICOLO DI: Massimiliano Ancona
tratto dal Corriere della sera
 
 
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