ETA' DEL BRONZO

Sul finire del III millennio a.C. inizia l'Età del Bronzo.
Gradualmente, grazie agli ormai abituali rapporti tra le varie aree culturali europee, specialmente con quelle ad oriente dell'Adriatico e dell'area Carpatico-Danubiana, si assiste ad una assimilazione sempre più intensa di stili e tecniche già presenti in quelle zone, prima fra tutte quella metallurgica.

Ben presto l'uomo preistorico imparò a fondere il metallo ed a produrre gli stessi strumenti non più per battitura, ma con l'impiego di stampi o matrici. Si accorse anche casualmente che in presenza di un altro elemento (lo stagno) il rame fuso non solo scorreva meglio negli stampi, ma ne derivavano manufatti assai più duri e resistenti.
Aveva scoperto la prima lega: il bronzo, che ancor oggi viene prodotto con gli stessi rapporti rame/stagno.

E' in questo periodo, tra il 2200 e il 2000 a.C., che il bronzo fa la sua comparsa nella pianura padana, dapprima sotto forma di manufatti importati e poi con produzione locale.

La nuova cultura porta anche ad una profonda trasformazione della economia e del modo di vita dei gruppi eneolitici.
Nei numerosi bacini lacustri delle vallette intermoreniche nascono i primi villaggi palafitticoli e nell'entroterra benacense spiccano quelli del Lavagnone presso Lonato, di Bande di Cavriana, di Barche di Solferino e di Polada, località che darà il nome alla cultura delle prime fasi dell'Età del Bronzo.
L'antica Età del Bronzo vede il fiorire della Cultura di Polada che la caratterizzerà, attraverso poche fasi evolutive, per circa 500 anni.

Il quadro che ci si presenta è quello di estesi villaggi su palafitte erette in bacini lacustri o palustri, abitati da diversi nuclei familiari dediti ad una vita piuttosto pacifica, ma con una economia già ben articolata.
L'attività agricola si sviluppa e vede la comparsa e la coltivazione del frumento e di altri cereali; il villaggio possiede allevamenti di ovini e bovini, che assicurano una costante disponibilità di carne ed è in grado di produrre direttamente il vasellame e gli utensili in pietra, legno, osso e corno ed i tessuti che necessitano alla comunità.

La produzione ceramica del Bronzo Antico è molto caratteristica; generalmente di impasto grossolano, presenta una varietà di forme che soddisfano ogni esigenza: anfore, bicchieri ansati, boccali ed orci troncoconici o globosi, grandi dolii per derrate.
Si esercita anche una modesta attività fusoria per la produzione in loco di strumenti metallici, come le asce o i falcetti, che pian piano sostituiranno i prototipi in legno e pietra.

La caccia, la pesca e la raccolta forniscono ancora almeno il 20% del fabbisogno alimentare.
Il nostro villaggio-tipo intrattiene rapporti con i villaggi vicini o con "mercanti" di passaggio, tant'è vero che dispone di monili e oggetti d'ornamento provenienti anche da zone assai lontane come, per esempio, alcuni tipi di spilloni o collanine contenenti elementi d'ambra baltica o conchiglie marine e perline di pasta vitrea.
Lo stesso metallo grezzo, rame e stagno, doveva essere necessariamente acquistato, non essendo presente nelle immediate vicinanze.

Intorno al XVI sec. a.C. si assiste ad un ulteriore mutamento del quadro culturale.
Molti villaggi su palafitte vengono abbandonati ed altri si trasformano o si spostano bonificando superfici paludose. Contemporaneamente anche alcuni aspetti caratteristici del Bronzo Antico, come la tipica produzione vascolare poladiana, lasciano il posto ad un nuovo stile ceramico assai più elegante, ben rifinito e decorato con motivi ornamentali
.
Uno degli insediamenti più significativi è proprio quello individuato a CASTELLARO LAGUSELLO (i materiali sono conservati presso il Museo Archeologico dell'Alto Mantovano a Cavriana).

Le prime prospezioni esplorative che vi sono state condotte indicano la sua frequentazione ininterrotta dalle fasi iniziali del Bronzo Medio (BM I - XVI sec. a.C. circa) al Bronzo Recente (BR) per finire agli inizi del Bronzo Finale (BF - Xll sec. a.C.).

Gli scavi hanno posto in evidenza una bella situazione stratigrafica contenente la prima struttura di bonifica del terreno, formata da depositi di materiale di riempimento, tenuti in posto da grossi tavoloni orizzontali e da veri e propri plinti di sostegno per le strutture soprastanti.

Sopra questo complesso sono stati individuati almeno tre piani di frequentazioni, appartenenti rispettivamente alle fasi BM 1 - BM 2 - BM 3 ed un piano superficiale, molto mal conservato, pertinente agli orizzonti BR e BF, i più tardi del villaggio, purtroppo mal definibili.
Infatti il saccheggio effettuato dai "ricercatori" clandestini ha sottratto, e sottrae, sicuramente un notevole patrimonio archeologico pertinente agli strati più superficiali ed il danno è tanto più grave in quanto si tratta di materiali in genere più importanti per il loro significato scientifico (sicuramente non comprensibile al profano) che non per il loro aspetto esteriore, sovente molto modesto.

Sarebbe estremamente importante che il cittadino tutelasse un po' di più il proprio patrimonio tenendo conto che ogni pezzo sottratto, oltre che privare la comunità di un bene di sua proprietà sempre disponibile in un Museo, può rendere incompleta la conoscenza di un sito.

A Castellaro dunque è presente un panorama assai articolato, che documenta molto bene le variazioni stilistiche della ceramica delle varie fasi del Bronzo Medio, l'ampliarsi del campionario di utensili metallici che sostituisce gradualmente quelli in pietra ed in osso ancora in uso, come le punte di freccia o gli ami; compaiono i primi rasoi e le armi ed anche i commerci si intensificano, come testimoniano il gran numero di manufatti in ambra rinvenuti, i monili in osso tipici delle aree terramaricole e la placca da cinturone appartenente ad un tipo diffuso nella cultura oltrealpina di Hallstatt.


Africa equatoriale.
Repubblica del Benin.
Capanna su palafitte.


Bande di Cavriana.
Insediamento palafitticolo
dell'antica età del bronzo - Scavi 1983. Particolare dell'impalcato.


Bande di Cavriana.
Bicchieri ansati.


Castellaro Lagusello.
Cuspidi di freccia in selce e diaspro.


Castellaro Lagusello.
Insediamento della media età del
Bronzo. Aspetti delle strutture lignee;
particolare di un plinto.


Castellaro Lagusello.
vaso biconico con decorazione
a lunette, boccali e mestolino
per fusione. Media età del bronzo,
fase l/2.


Castellaro Lagusello.
vaso biconico con decorazioni
a solcature ed a coppelle della
fase bronzo Medio 2.


Castellaro Lagusello.
Resti di un fondo di capanna
con frammenti ceramici e tracce
di focolare attribuibili a fasi
del Bronzo Recente / Finale.


CastelLaro Lagusello.
Punta di lancia in bronzo con
imboccatura a cannone.

Castellaro Lagusello.
Gancio per cinturone con decorazioni incise e impresse attorno ad un umbone centrale. Tipo diffuso nella cultura
di Hallstatt e simile ai prototipi della Baviera meridionale.
Questo manufatto, databile agli inizi del Xll sec. a.C., rappresenta anche l'oggetto più tardo del sito; non possediamo infatti altri manufatti più recenti che ne documentino l'ulteriore frequentazione.

Contemporaneamente assistiamo alla quasi totale scomparsa di insediamenti stabili nell'intero territorio compreso ha il Mincio e l'Oglio e, mentre nel Veneto e nella Lombardia occidentale fioriscono le culture di Este e Golasecca, in questa zona, che in precedenza era da considerarsi una delle più popolate dell'intera Italia settentrionale, non si sono trovate che poche testimonianze delle prime fasi dell'Età del Ferro. Anche per quanto concerne una possibile presenza etrusca, peraltro accertata non solo nell'importante insediamento del Forcello presso Mantova, ma anche da alcuni reperti rinvenuti a Peschiera del Garda, i dati sono assai scarsi e sono limitati al ritrovamento di una tomba rinvenuta presso Volta Mantovana contenente una coppa etrusco-padana databile al V secolo, e ad una piccola applique di bronzo rinvenuta in loc. "Maggio", poco lontano da Castellaro.

Dal 1996 l'università di Milano sta procedendo ad ulteriorii scavi nelle palafitte di Castellaro con risultati molto importanti che fanno luce non solo sul modo di vita di queste popolazioni ma anche sulle ragioni che le hanno portate a concentrarsi in questa zona.

 

 
 
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